Il 2023 ha visto la realizzazione di un’importante indagine statistica nella regione della Toscana. Questo studio si è concentrato sull’utilizzo di legna, pellet e biomasse simili all’interno delle famiglie toscane. Per la prima volta, l’obiettivo principale è stato quello di stimare la percentuale di famiglie che possiedono impianti a biomassa nelle proprie abitazioni. L’importanza di questa indagine è stata accentuata dalla necessità di affrontare la problematica del superamento dei valori limite di inquinanti, in particolare del PM10, registrato in alcune zone della Toscana, come i comuni della piana lucchese e pistoiese. Questo superamento ha portato la regione ad essere coinvolta in due contenziosi presso la Corte di giustizia dell’Unione europea, poiché si è riscontrato il mancato rispetto della normativa sulla qualità dell’aria.
Legna e Pellet in Toscana 2023: L’Indagine della Regione
Una delle iniziative messe in atto per affrontare questa situazione è stata la promozione di un’indagine statistica da parte del settore Servizi pubblici locali, energia, inquinamento atmosferico della Regione Toscana. Questo studio è stato progettato per ottenere dati utili per una gestione sostenibile delle biomasse. Si è focalizzato sulla qualità dell’aria e cercando di comprendere le dinamiche dell’uso di legna, pellet e cippato nelle abitazioni toscane.
L’indagine si è distinta per la sua portata significativa. Ha coinvolto un campione di oltre 10.300 famiglie, di cui circa 2.000 erano dotate di impianti a biomassa.
Metodologia e Obiettivi dello Studio
La metodologia utilizzata ha permesso di estendere i risultati ottenuti a tutta la popolazione delle famiglie toscane, stimata intorno a 1.638.000 (dati Istat 2019). Inoltre, è stato interessato l’intero territorio regionale, suddiviso in 5-6 aree territoriali, tra cui Firenze, comuni con oltre 50.000 abitanti, comuni di pianura, comuni di montagna e comuni di collina. Questi ultimi sono stati a loro volta suddivisi in comuni piccoli e medio-grandi. I risultati, sebbene non esaustivi per tutti gli aspetti, sono stati considerati affidabili a livello di 5 aree territoriali.
I risultati principali dell’indagine sono illuminanti. Circa il 18% delle famiglie toscane utilizza biomasse legnose nelle proprie abitazioni, con una percentuale che supera il 20% nelle zone collinari e raggiunge addirittura il 28% in quelle di montagna. Le biomasse legnose vengono impiegate principalmente per il riscaldamento degli ambienti domestici, con un uso minimo per la cottura.
Impianti essenziali e impianti integrativi
Gli impianti a legna/pellet presenti nelle abitazioni sono principalmente impianti essenziali nel 64% dei casi, mentre nel restante 36% sono impianti integrativi. Il combustibile più utilizzato è la legna, adoperata dal 72,1% degli utilizzatori, seguita dal pellet (32,8%). L’uso del cippato è marginale. È interessante notare che l’uso di biomasse legnose è più diffuso nelle tipologie abitative indipendenti, come case coloniche e rurali e case unifamiliari, e nelle abitazioni di dimensioni più ampie.
Legna e pellet in Toscana: Quali sono gli impianti più utilizzati?
Tra gli impianti più utilizzati spiccano la stufa a legna tradizionale (31,6% degli utilizzatori), la stufa a pellet (30%) e il caminetto aperto tradizionale (23,7%). L’analisi rivela che gli impianti definiti “tradizionali” erano ampiamente utilizzati già prima del 2005, mentre la stufa a pellet è stata adottata più recentemente. Il consumo medio annuo di legna è stimato a 48 quintali per la stufa a legna tradizionale. Circa 43 quintali per la stufa a pellet e per il caminetto aperto tradizionale.
Un aspetto rilevante emerso dall’indagine è l’uso intensivo degli impianti a biomassa, con il 78,4% delle famiglie dotate di tali impianti che li mantengono accesi tutti i giorni, e il 59% li utilizza per oltre 6 ore al giorno. Questo utilizzo più intenso è osservato soprattutto nei comuni montani e nei piccoli comuni di collina.
Manutenzione: un aspetto fondamentale
L’attenzione alla manutenzione è variabile. Il 73,4% delle famiglie effettua la manutenzione degli impianti con cadenza annuale. Il 64,1% si occupa della canna fumaria nello stesso periodo. Esistono, tuttavia, quote significative di persone che trascurano la manutenzione, con l’8,1% degli impianti e il 12,9% delle canne fumarie non sottoposti a manutenzione regolare.
Legna e pellet in Toscana: Previsioni future
In merito alle previsioni future, prevale la stabilità nell’uso di biomasse. Le previsioni di incremento superano quelle di diminuzione in tutte le aree e per tutti i tipi di impianti, con particolare enfasi sulle stufe a pellet e i caminetti aperti tradizionali.
Quante famiglie toscane utilizzano impianti basati su fonti rinnovabili?
Un dato sorprendente è che solo il 4% delle famiglie toscane utilizza impianti basati su fonti rinnovabili nelle proprie abitazioni. Solo il 2,3% di coloro che non ne sono dotati mostra interesse per una futura installazione. Tra chi utilizza tali fonti, il fotovoltaico è predominante con il 58,9%, seguito dal solare termico con il 37,3%.
Il 14% delle famiglie esprime interesse a usufruire di incentivi e/o contributi regionali o statali per implementare impianti volti all’efficientamento energetico.
In conclusione, l’indagine del 2023 sulla biomassa in Toscana fornisce uno sguardo dettagliato e approfondito sullo scenario attuale e sulle tendenze future nell’uso di legna, pellet e biomasse simili nelle abitazioni delle famiglie toscane. I dati ottenuti sono fondamentali per comprendere la dinamica di questo settore e per adottare politiche e iniziative mirate a una gestione sostenibile delle biomasse, con particolare attenzione alla qualità dell’aria e all’efficienza energetica.
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